Apice Vecchia
4 minuti di lettura

La fine di Apice fu segnata la sera del 21 agosto del 1962, alle ore 19:30, quando due scosse di terremoto fecero tremare il Sannio e l’Irpinia, uccidendo 17 persone. Apice fu uno dei centri più colpiti, ma non venne distrutto. A far sgomberare i 6500 abitanti fu la sentenza dei tecnici del Ministero dei Lavori Pubblici che ne ordinò l’evacuazione. Gli abitanti più caparbi decisero di restare nelle loro case. La loro resistenza durò 18 anni, finchè dovettero definitivamente arrendersi alla natura del suolo altamente sismico e successivamente furono costretti alla fuga a causa del violento terremoto dell’Irpinia del 1980, e lasciare il paese trasformandolo in “Paese Fantasma”

Iscriviti al Canale —–>

Info Utili

  • Visitabile gratuitamente 💸
  • Rispettare la storia del posto 📜
  • Sono presenti cancelli agli ingressi della città. Verificare l’apertura degli stessi prima di arrivarci 🚫

La Storia di Apice Vecchia

Le sue origini sono molto antiche, alcuni storici la fanno risalire addirittura a popolazioni antichi come gli “Opici”; si dice che la cattiva pronuncia di tale parola sarebbe venuta al termine “Apice”.

Dopo il terremoto del 21 agosto 1962, per motivi di sicurezza, l’Amministrazione comunale decise di trasferire l’intera popolazione in un nuovo sito non molto lontano dalla parte storica, lasciando quest’ultima abbandonata al degrado e alla fatiscenza dei crolli post-terremoto.

Apice Vecchia

Questo terremoto venne definito impropriamente il “terremoto bianco”, il che indicava, che anche se le scosse non vennero sentite a pieno dalla popolazione, arrecarono importanti danni alle infrastrutture.

Gli abitanti, non senza polemiche e durissimi scontri verbali, si trasferirono così nel nuovo abitato che sorse sulla collina di fronte. Non tutti, in verità: pochissimi temerari resistettero nella città vuota e, tra questi il sindaco Luigi Bocchino, rimasto in carica ininterrottamente fino alla scorsa primavera, che non volle abbandonare il suo paese.

Apice Vecchia

Molti abitanti, i più caparbi, decisero di non abbandonare le proprie case, fino al terremoto dell’Irpinia del 1980, dove anche i più resistenti, furono costretti a lasciare tutto.

Da allora nulla è cambiato ad Apice. Nessun restauro, tranne un intervento sul castello dell’VIII secolo, terminato nel 2021.

Borgo sospeso, la pompei del ‘900

Le case di Apice erano generalmente ad uno, massimo due piani. Le scale interne in pietra, i bagni spesso ricavati all’interno di una stanza, magari protetti agli sguardi da un tramezzo di cartone. Ai piani terra la cucina in muratura col focolare e un angolo per gli animali. La tipica architettura rurale del tempo, oggi quasi scomparsa dal territorio italiano grazie al contributo di tanti spericolati geometri a cui veniva chiesto di cancellare le tracce di un passato di povertà e ristrettezze.

È proprio il Comune di Apice, dato lo stato di abbandono, che ha definito Apice Vecchia, la Pompei del ‘900.

Un dedalo di stradine strette con le case di gente ricca e molto umile (bastava contare il numero di stanze per comprendere lo stato sociale di un abitante), i neon delle botteghe dal fascino vintage, cimeli sparsi ovunque, arredi di un tempo, pavimenti che ricordano le sale da pranzo e i bagni nelle case delle nonne. Un viaggio per gli amanti dell’urbex e delle rovine abbandonate, ma anche per gli appassionati di antiche suggestioni, seppur non così lontane. In fondo all’articolo è presente archivio fotografico completo.

La leggenda

Il paese dissestato, lasciato in balia del tempo, sotto la polvere dell’immobilità dove, di notte, rivivono i fantasmi di quel luogo, nel rumore dei ricordi che restano impigliati in ciò che qui è rimasto inalterato. Tutto tace, in una serrata desolazione carica di verità celate e, se il “tempo morto” racconta echi di vecchie storie e sussurra voci lontane, il presente si fa largo sotto le luci del Castello che torna a rivivere, finalmente!

Come Arrivare ad Apice Vecchia

Apice si trova in prossimità di Benevento, quindi per raggiungere la vostra meta, la strada più semplice è l’autostrada A16.

L’uscita autostradale più prossima è il casello di Benevento. Dopo 200 metri si svolta a sinistra immettendosi sulla strada provinciale Appia seguendo, successivamente, la segnaletica stradale in direzione Apice.

Da Roma: autostrada uscita Caianello, proseguire sulla S.S. 372 Telesina, uscita Benevento Centro. Da Napoli: autostrada per Bari, uscita Benevento, direzione Caianello, uscita Benevento Centro.

Da Bari: autostrada per Napoli, uscita Benevento, direzione Caianello, uscita Benevento Centro

📷

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error

Ti piace questo blog...continua a seguirmi